Commentario abbreviato:Giobbe 27:2211 Versetti 11-23 Gli amici di Giobbe, sullo stesso argomento, parlavano della miseria degli uomini malvagi prima della morte come proporzionata ai loro crimini; Giobbe riteneva che se non fosse stato così, le conseguenze della loro morte sarebbero state comunque terribili. Giobbe si impegnò a porre la questione in una luce veritiera. La morte per un uomo pio è come un vento impetuoso che lo trasporta nel paese celeste; per un uomo malvagio, invece, è come una tempesta che lo porta alla distruzione. Mentre viveva, ha avuto il beneficio di una misericordia parsimoniosa; ma ora il giorno della pazienza di Dio è finito ed egli riverserà su di lui la sua ira. Quando Dio abbatte un uomo, non si può fuggire né resistere alla sua ira. Coloro che non fuggono ora verso le braccia della grazia divina, che sono tese per accoglierli, non potranno fuggire dalle braccia dell'ira divina, che tra poco saranno tese per distruggerli. Che cosa ci guadagna un uomo se guadagna il mondo intero e poi perde la propria anima? Riferimenti incrociati:Giobbe 27:22Eso 9:14; De 32:23; Gios 10:11 Dimensione testo: |